Usare un coro come Virtual Instrument può essere un’ottima soluzione per creare con poche note un’atmosfera drammatica.
Per scrivere la parte del coro, selezioniamo la traccia midi e clicchiamo sul tasto "Piano roll view".
Si apre una finestra: nella parte sinistra c'è lo schema della tastiera di un pianoforte, a destra lo spazio per inserire le note.
Dopo aver selezionato col mouse lo strumento Draw, inseriamo un La3 (A3), poi un Si bemolle3 (Bflat3) e tre Si3 (B3).
Sono tre tra le note più alte che è possibile far suonare al tipo di coro scelto, un coro misto con un’estensione dal Do1 al Do 4 (C1-C4). [Un registro così alto ci aiuterà a creare un’atmosfera tesa e lirica.]
Your browser does not support the audio element. Questo è il risultato. Questa soluzione ha dei limiti: anzitutto l’ultima nota ripetuta tre volte suona un po’ falsa e meccanica: si tratta del cosiddetto machine gun effect, per cui un sample che sia ripetuto più volte consecutivamente con gli stessi parametri ha inevitabilmente un che di falso.
Un altro problema è che con note così acute sentiamo solo una parte del coro (nello specifico, solo Soprani e Tenori, perchè Bassi e Contralti non possono cantare un registro così alto). Ciò significa che non stiamo sfruttando a pieno lo strumento, perchè non usiamo tutte e quattro le voci.
Una soluzione sarebbe quella di aggiungere alla prima nota (La2) (A2) un La (A)dell’ottava inferiore, il La1 (A1) , in modo da far sentire anche i Bassi. Potremmo fare lo stesso con le altre note aggiungendo al Si bemolle 3 (Bflat3) un Si bemolle 2 (Bflat2)e al Si3 (B3)un Si2 (B2).
Ma il risultato, ancora una volta, sarebbe piuttosto piatto e alla lunga suonerebbe poco realistico. Il motivo è che nella realtà le voci di un coro non cantano mai la stessa nota nello stesso momento. Raramente troveremo che in un determinato punto dell’esecuzione i bassi cantano Mi2 (E2), i contralti Mi3 (E3), i tenori Mi4 (E4)e i soprani Mi5 (E5).
Nella maggior parte dei casi, invece, le voci di un coro reale si comportano in maniera più simile alle note di un accordo.
Il coro virtuale e l'accordo L’accordo consiste nel suonare contemporaneamente due o più note. Nel nostro caso significa che alla prima nota, La3 (A3), aggiungiamo una nota più bassa ma diversa, ad esempio un Do3 (C3), e un’altra ancora, un Mi3 (E3).
Alla nota Sib3 (Bflat3) aggiungiamo le note Do3 (C3) e Mi3 (E3) Alla nota Si (B), le note Re3 (D3) e Sol3 (G3), come in figura:
Abbiamo appena trasformato le tre note originali in tre accordi, con questo risultato. Ora, ci sono regole precise per la formazione di un accordo, e si studiano in quella parte della teoria musicale che si chiama Armonia.
In questo tutorial però ci comporteremo come un musicista che suona ad orecchio, che cioè senza necessariamente conoscere la teoria musicale si preoccupa solo di ottenere il suono che ha in mente.
Facendo suonare ad un coro virtuale un accordo, invece che una nota singola, se ne migliora la resa perchè si dà l'impressione che ogni voce abbia la sua parte.
Your browser does not support the audio element. Si tratta in realtà solo di un’impressione, perchè nel nostro caso per un accordo di tre note impieghiamo tutto il campione del coro tre volte, senza la possibilità di decidere quale delle quattro voci canterà una nota specifica. Se quindi premo contemporaneamente tre note comuni a tutte le voci, moltiplicherò per tre il numero dei coristi, diversamente da quello che succede in un coro vero.
Per riprodurre in maniera assolutamente fedele un coro che canta dal vivo non possiamo usare lo strumento "coro misto". Se il software lo permette, bisognerebbe prendere le voci soliste (cioè un singolo tenore, un soprano, e così via...), inserire ogni voce in una traccia separata e per ognuna scrivere una melodia in base al suo registro.
Poi dovremmo moltiplicare ogni traccia per raggiungere il numero di coristi che vogliamo.
E' un procedimento molto più lungo e complesso di quello che si fa usando direttamente il "coro misto", e non è sempre possibile: la library usata in questo tutorial, ad esempio, ha voci soliste solo per la parte di Tenore e per quella di Soprano.
Comunque, anche se il coro virtuale funziona diversamente da un coro dal vivo, con qualche dettaglio in più possiamo raggiungere un risultato realistico.
L'ultimo step: l'orchestra Per aumentare l'idea di esaltazione suggerita dal coro, aggiungiamo una parte strumentale. Come abbiamo fatto prima, inseriamo una traccia MIDI e scegliamo dall'elenco degli Archi (Strings) il gruppo All Strings Trem. Questo strumento fa suonare un gruppo di archi con la tecnica del "tremolo", cioè ripetendo molto velocemente la stessa nota. E’ un effetto molto usato nelle colonne sonore per sottolineare momenti di tensione.
Anche in questo caso, partendo dalle stesse tre note (La-Sib-Si) (A-Bflat-B) usate per il coro, si trasforma ogni nota in un accordo per ottenere un suono più intenso.
Gli accordi sono gli stessi usati per il coro, ma questa volta possiamo estenderli ad un intervallo molto più ampio del Do1-Do4 (C1-C4): l’intervallo di questo ensemble di archi, infatti, va da Mi0 a Do diesis 6 (E0 - Csharp6).
Questa volta, oltre agli accordi aggiungiamo anche delle note isolate, Mi4 (E4) e La4 (A4), per dare più ritmo a tutto il passaggio.
Per aumentare il realismo, selezioniamo gli ultimi tre accordi dell’orchestra e ne aumentiamo la durata (allungando le barre verso destra), in modo che gli accordi siano più legati tra loro. Ancora una volta è solo l’orecchio a guidarci, “allenato” anche solo inconsapevolmente da anni e anni di ascolto di colonne sonore e arie classiche.
Dopo aver modificato la parte dell’orchestra, selezioniamo e spostiamo anche le barre relative alle voci, in modo che coro e strumenti siano sincronizzati.
Your browser does not support the audio element. Questo è il risultato finale della traccia degli Archi. Adesso abbiamo sia la parte del coro che quella dell'orchestra.
Qualche accorgimento per aumentare il realismo del nostro brano: per evitare il machine gun effect facciamo in modo che ogni accordo del coro non sia perfettamente allineato alla griglia del piano roll, spostandolo leggermente a destra o a sinistra. Nell’ultimo accordo, ad esempio, le voci partono un attimo prima degli archi e questa "imperfezione" avvicinerà ancora di più l'esecuzione del nostro coro a quella di uno reale.
Un altro modo per creare variazione all’interno del passaggio musicale è variare l'intensità delle note (quella che nei sequencer si indica col termine velocity). Nell'accordo finale, in particolare, coro e archi partono in pianissimo e aumentano progressivamente d'intensità, simulando un crescendo.
Infine, diamo un ambiente a coristi e strumentisti: dal menu di effetti del nostro sequencer selezioniamo la funzione Riverbero e proviamo uno dei preset a disposizione (ogni preset simula il modo in cui un suono verrebbe percepito in un ambiente specifico: una stanza piccola, uno stadio, una cattedrale e così via), fino a quando non troviamo un preset che si adatta all'atmosfera del brano. In questo caso, il riverbero è quello di una chiesa.
Your browser does not support the audio element. Il risultato finale è questo. [Nota: Nella realtà, i soprani raggiungono note ben più alte del Do4 (C4), cantando note anche di due ottave sopra, arrivando quindi al Do6 (C6) ].
Nel coro che abbiamo usato qui, il Mixed Choir Ahh della MOTU Symphonic Instrument le voci cantano la stessa nota ad ottave diverse, per cui premendo il tasto Do4 (C4) sentiremo dei contralti che cantano effettivamente un Do4 (C4) ma anche dei soprani che cantano un Do5 (C5).
Questo è il motivo per cui con l’intervallo Do1-Do4 (C1-C4) ci riferiamo qui ai campioni di voci così come sono stati registrati e associati ai tasti della tastiera.
Compositore / produttore cinematografico / autore pubblicato. Laurea in Storia e Critica del Cinema, master di alta formazione, licenza triennale di conservatorio, diploma specialistico di composizione e orchestrazione per musica da film. Amministratore VFX Wizard e direttore della scuola online.